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mercoledì 22 ottobre 2014

Taormina Gourmet


Per il secondo anno Taormina fa da sfondo alla manifestazione di Cronache di Gusto che durante tre giorni ha raccontato una parte del mondo dell’enogastronomia attraverso degustazioni, cooking show e forum, questi ultimi dedicati a Expo 2015 ed al futuro del vino.
Quest’anno è toccato anche a me occuparmi della presentazione di alcuni cooking show: quattordici chef per altrettante dimostrazioni dal vivo di alta cucina, seguite con grande interesse da un pubblico sempre più consapevole ed esigente, non solo tra gli addetti ai lavori.
Il primo ad accendere i fornelli è stato Cristhian Busca - Il Picciolo Etna Golf Resort di Castiglione di Sicilia, con una declinazione di capone in tre varianti (qui il link dell'articolo). Stuzzicante la rivisitazione di Crescenzo Scotti - Il Cappero, Therasia Resort di Vulcano, uno chef che secondo me farà presto parlare di sé… (leggi qui).
Agnello alla griglia che non c'è - Crescenzo Scotti
Tra gli interventi che hanno suscitato maggiore interesse, la lezione di Fabio Picchi de Il Cibreo di Firenze, grande amico dal 2006, tra i “miei” mille cuochi per Terra Madre…
Fabio Picchi
Un poeta della cucina, schietto e viscerale allo stesso tempo, alle prese con una “lezione di cucina numero 0”, intercalata dalla preparazione di una magistrale caponata con lonza di suino nero dei Nebrodi, tra i cavalli di battaglia di Nuccia Triscari Barbera dell’Antica Filanda di Caprileone.
Fabio Picchi con Nuccia Triscari Barbera
La caponata di Nuccia Triscari Barbera
Originale l’interpretazione in chiave salata del simbolo della pasticceria catanese “la minna di Sant’Agata” di Andrea Macca - Donna Carmela di Riposto come quella del “Rooo Shek” sperimentale hamburger con battuta d’asino di Andrea Graziano – Fud di Catania, mentre grande curiosità ha suscitato il baccalà in vasocottura di Carmelo Floridia, tra i piatti del suo nuovo locale Gurmè a Modica.
Provocatorio l’intervento di Andrea Ribaldone - I due Buoi di Alessandria che ha scosso la platea incitando ad uno svecchiamento ed una maggiore unione in cucina. Memorabile il suo dessert, poco “dessert” a base di frutta e verdura fresche.
Encomiabile l’impegno di Peppe Barone - Fattoria delle Torri di Modica per il recupero di antiche varietà di grano, come il russello con cui ha creato una Pastratedda con zucchina, cozze e calamari.
Gioca sui contrasti di struttura e consistenze la crostatina di alici e patate profumate alla menta, carciofi croccanti e la loro crema di Carmine Iaquinangelo - Grand Hotel San Pietro di Taormina.
crostatina di alici e patate profumate alla menta, carciofi croccanti e la loro crema
Ed infine ha conquistato tutti con il suo raviolo di mais tostato, storione e caviale affumicato, Giancarlo Perbellini, che presto inaugurerà il suo nuovo ristorante Casa Perbellini a Verona: rotondo, sapido, rustico ed elegante insieme, un piatto simbolo e spartiacque tra diverse generazioni dell’alta ristorazione italiana.
raviolo di mais tostato, storione e caviale affumicato
Ed ancora le creazioni di Angelo Sabatelli, dell’omonimo Ristorante a Monopoli, Caterina Ceraudo - Ristorante Dattilo, Strongoli, Alberto Rizzo - Osteria dei Vespri di Palermo, Seby Sorbello - Ristorante Parco dei Principi di Zafferana Etnea.
Fuori evento merita una segnalazione il locale Santanera a Taormina: piacevole sosta con le creazioni di Natale Briguglio, accompagnate da long drinks a base di frutta e verdura, anche a tutto pasto.
la sala del Santanera
Anche quest’anno Taormina Gourmet è stata l’occasione per conoscere nuovi ingredienti, scoprire diversi punti di vista ed abbinamenti, affinare intuizioni e trovare nuove fonti di ispirazione, non solo in cucina…

E intanto si lavora già alla prossima edizione, dal 24 al 26 ottobre 2015, a Taormina naturalmente…

sabato 26 ottobre 2013

La cena con i due stelle Michelin siciliani a Taormina Gourmet



Affrontati singolarmente fanno già il loro effetto…immaginatevi tre titanici talenti dell’alta ristorazione che preparano insieme un menu per una serata speciale, al Grand Hotel S. Pietro di Taormina. I tre bistellati siciliani - Pino Cuttaia, Massimo Mantarro e Ciccio Sultano – e lo chef Christian Busca, il padrone di casa, seguono ispirazioni e costruiscono visioni molto diverse tra di loro ma l’effetto finale della cena è stato un fuoco d’artificio di gusto e senso estetico. Giudicate voi dalla rassegna qui sotto. 


Ciccio Sultano - Il Duomo, Ragusa Ibla
Verace, da mangiare in dialetto ma al tempo stesso barocca: così è la Sicilia di Ciccio Sultano, esaltata in piatti dove gli ingredienti, anche quelli apparentemente incompatibili, si fondono svelando un’inedita dimensione gustativa. Il Duomo apre nel 2000, aggiungendo arte e stile alla cornice unica di Ragusa Ibla, e alla prima stella Michelin ottenuta nel 2004 si affianca appena due anni dopo la seconda. Una lezione di storia ad ogni boccone svela  mescolanze di diverse culture. Così Ciccio Sultano cancella i confini e conquista con la sua combinazione perfetta tra magniloquenza aristocratica e inventiva popolare.
 
·         Sgombro mare nostrum con scarpetta di pane di Castelvetrano, 
emulsione di tonda Iblea, polvere di oliva moresca e cialdina di cappero sciclitano

·         Maialino nero dei Nebrodi laccato al carrubo, salsa di melone di Paceco 
e lenticchia di Ustica

Massimo Mantarro - Principe Cerami- San Domenico Palace Hotel, Taormina
Linee nitide al limite della trasparenza contraddistinguono la cucina di Massimo Mantarro, da oltre vent’anni al Principe di Cerami di Taormina. Un crescendo di esperienze formative hanno contribuito a farlo diventare un punto di riferimento dell’alta cucina in Sicilia, che ha conquistato nel 2008 la prima stella Michelin raggiunta dalla seconda nel 2012. Le sue variazioni sul tema di capisaldi della tradizione siciliana hanno il pregio di restituire un’armonia di espressioni gustative difficilmente eguagliabile. Materie prime esaltate con estro nei grandi classici come nelle sue interpretazioni personali.



·         Calamaro come se fosse un risotto con verde di cavoliceddi 
e salsa al nero di seppia leggermente piccante

·         Morbido di pistacchio di Bronte e passito di Pantelleria, p
rato di genovese e piccoli frutti


Pino Cuttaia – La Madia, Licata
Da Licata a Torino andata e ritorno, scopre la passione per la cucina nella terra d’adozione e lì affina il suo talento. La combinazione con le materie prime della sua terra ed un intuito non comune hanno fatto il resto e nel 2000 nasce la Madia a  Licata. È del 2006 la prima stella Michelin, seguita dalla seconda tre anni dopo. Una sensibilità profonda e delicata insieme accompagna l’assaggio dei suoi piatti, svelando l’intima affinità con i sapori della tradizione e la sua personale inclinazione ludica. Un bianco e nero da cartolina che ha l’energia dell’esplosione di una splendida Sicilia. 

·         Baccalà all'affumicatura di pigna condimento alla pizzaiola

·         Tortello in falsomagro